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Sintesi sui Programmi di Monitoraggio della Strategia Marina

 

 

Documento di Sintesi
s
ui Programmi di Monitoraggio
de
lla Strategia Marina

(elaborato  ai    fini    della    consultazione    del    pubblico  di    cui    all’art.    16    del    D.lgs.    190/2010)

 

maggio  2014

Introduzione

La Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino 2008/56/CE (MSFD, Marine Strategy Framework Directive), entrata in vigore nel luglio del 2008, rappresenta un importante e innovativo strumento per la protezione dei nostri mari poiché costituisce il primo contesto normativo vincolante per gli Stati Membri della UE (SM) che considera l’ambiente marino in un’ottica sistemica, ponendosi l’obiettivo di mantenere la biodiversità e di preservare la vitalità di mari e oceani.

L’attuazione della direttiva porterà a una maggiore conoscenza e gestione delle pressioni e degli impatti derivanti dalle attività umane e, attraverso l’adozione di misure per la riduzione degli effetti negativi determinati da quest’ultime, consentirà di migliorare lo stato dell’ambiente marino e , la capacità degli ecosistemi marini di contrastare i cambiamenti naturali o indotti dall’uomo; tutto ciò, comunque, in un contesto in cui sarà garantito un uso sostenibile dei beni e dei servizi ecosistemici.

La MSFD richiede agli SM di mettere in atto le misure necessarie per conseguire o mantenere un buono stato ambientale (GES, Good Environmental Status) nell’ambiente marino entro il 2020. Per “buono stato ambientale” s’intende lo stato degli ambienti marini che consenta di preservare la diversità ecologica e la vitalità di mari e oceani puliti, sani e produttivi, e l’utilizzo dell’ambiente marino ad un livello sostenibile. Per raggiungere quest’obiettivo gli SM devono sviluppare e attuare delle “strategie marine” con lo scopo di proteggere e preservare l’ambiente marino, prevenirne il degrado o, dove possibile, procedere al ripristino degli ecosistemi marini nelle aree in cui abbiano subito impatti.

La MSFD segue un ciclo d’attuazione di sei anni, al termine del quale queste strategie sono

sottoposte a valutazione ed eventuale aggiornamento.

Le strategie marine si attuano a livello di regione marina mediterranea o di sottoregione. Lesottoregioni marine di interesse per l’Italia sono:

i) il Mediterraneo occidentale,

ii) il mar Ionio e il Mediterraneo centrale,

iii) il mar Adriatico.

L’Italia ha scelto di sviluppare le strategie marine a livello di sottoregione. L’ambito di applicazione sono le acque marine su cui lo SM ha giurisdizione e include perciò, oltre alle acque territoriali fino alle 12 mn, anche la Zona di protezione ecologica, istituita con DPR 209 del 27 ottobre 2011, che ricade nella sottoregione Mediterraneo occidentale.

Una strategia marina si compone di una fase preparatoria e di una fase di misure, suddivise nelle seguenti tappe:

 

elaborazione di una Valutazione iniziale (2012)

determinazione del Buono stato ambientale (2012)

definizione dei Traguardi ambientali (2012)

predisposizione e avvio di un programma di monitoraggio (2014)

elaborazione di un programma di misure (2015) e il suo avvio (2016)

Sulla base di quanto emerso dalla valutazione iniziale, gli SM definiscono dei “traguardi ambientali” che indicano il percorso volto al conseguimento del GES; il raggiungimento dei traguardi ambientali o il mantenimento del buono stato ambientale sarà poi affidato all’attuazioni di azioni concrete, definite nei programmi di misure, integrate con le pertinenti misure prescritte dalla legislazione comunitaria vigente o prossima ventura o derivante da accordi internazionali.

La valutazione iniziale e i traguardi ambientali a loro volta forniscono la base per la predisposizione di programmi di monitoraggio, aventi la finalità di valutare in maniera continua lo stato ambientale marino e di stimarne il divario rispetto alle condizioni di buono stato ambientale, i progressi verso tale stato o il suo mantenimento nel tempo.

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