La dichiarazione della Conferenza HOPE di Bruxelles
Oceani in salute - ecosistemi produttivi : Una conferenza europea per l'ambiente marino
03-04 Marzo 2014 - Charlemagne Building, Bruxelles
La Dichiarazione di HOPE
I partecipanti alla Conferenza HOPE ( Healthy Oceans - Productive Ecosystems) – Conferenza europea per l’ambiente marino, riconoscendo che:
La dichiarazione di Rio +20, "Il futuro che vogliamo", sottolinea le principali sfide globali che attendono i nostri oceani;
Lo stato di salute degli oceani offre molti benefici ora e in futuro, fornendo una base per lo sviluppo sostenibile delle attività economiche oceaniche connesse;
Resta ancora molto da imparare sull'ambiente marino, la nostra comprensione scientifica collettiva deve aumentare ed essere ampiamente condivisa con il pubblico, per migliorare l'alfabetizzazione sull’oceano;
Mari e oceani europei sono sottoposti a una pressione significativa e devono essere salvaguardati per il loro valore intrinseco e per garantire la salute dei loro ecosistemi, che migliorano anche il benessere degli individui;
La direttiva quadro sulla strategia marina, insieme con la strategia UE per la biodiversità e alla normativa sulla natura, affronta le pressioni sull'ambiente marino e richiede un approccio ecosistemico alla gestione delle attività umane, al fine di raggiungere il "buono stato ambientale" dei nostri mari ed oceani entro il 2020;
Le convenzioni regionali sul mare e le altre organizzazioni internazionali svolgono un ruolo essenziale nel sostenere questo obiettivo, proteggendo così i mari e gli oceani che gli Stati membri dell'UE condividono tra loro e con paesi terzi.
È necessario chiamare tutti ad un'azione urgente per tutelare meglio l'ambiente marino europeo e in particolare: essere all’avanguardia nell'attuazione del capitolo sugli oceani della conferenza di Rio+20 attraverso i framework delle Nazioni Unite previsti per gli anni successivi al 2015, anche considerando un obiettivo di sviluppo sostenibile per gli oceani e sostenendo l'accordo di attuazione UNCLOS sulla biodiversità, al di là delle singole giurisdizioni nazionali;
Per ripristinare i nostri stock ittici a livelli adeguati è necessaria un’applicazione coerente della nuova politica comune della pesca e della direttiva quadro sulla strategia marina;
È necessario aumentare i bilanci di ricerca nazionali e dell'UE che sono dedicati allo studio degli oceani e del loro ruolo nel sostenere la vita sul pianeta;
Per arrestare la perdita di biodiversità marina e raggiungere gli obiettivi fissati dalla strategia dell'UE sulla biodiversità e per migliorare tangibilmente lo stato di conservazione degli habitat vulnerabili e delle specie marine entro il 2020, oltre che quelli previsti dalla Convenzione sulla diversità biologica, che puntano alla conservazione di almeno il 10 % delle zone costiere e marine da 2020, utilizzando l' efficace ed equa gestione di sistemi ecologicamente rappresentativi e ben collegati di aree protette, tra cui quelle previste nell'ambito della rete Natura 2000;
Limitare gli effetti del cambiamento climatico sugli oceani, in particolare l'acidificazione; fermare e invertire gli effetti di eutrofizzazione di ampie fasce di nostri mari, anche attraverso la riduzione dei nutrienti che provengono da diverse fonti, tra cui l’utilizzo di pratiche agricole non sostenibili;
Affrontare tutte le altre fonti di inquinamento marino e ridurre in particolare le crescenti quantità di rifiuti marini, anche attraverso l'attuazione di piani d'azione regionali con la fissazione di obiettivi ambiziosi;
Garantire lo sviluppo sostenibile delle attività economiche che interessano l'ambiente marino sia in mare che a terra, con l’assunzione da parte del settore privato delle necessarie responsabilità;
Eliminare gradualmente le sovvenzioni dannose per l'ambiente;
Creare un quadro comune per la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere ;
Coinvolgere il pubblico nella protezione dell'oceano e comunicare meglio i nostri obiettivi.
Viene sottolineata la necessità di lavorare a più stretto contatto per proteggere l'ambiente marino, raggiungere un maggiore coordinamento e un miglior rapporto costo-efficacia all'interno delle singole regioni marine e tra di esse per migliorare la governance dei mari, in particolare attraverso le convenzioni marittime regionali e l'effettiva attuazione della direttiva quadro sulla strategia marina e della pertinente legislazione ambientale dell'UE .
È urgente che i leader politici trasformino le parole in azioni e incoraggino tutte le parti interessate, compreso il settore privato, ad adottare le misure necessarie per fornire un "buono stato ambientale" ai mari e gli oceani d'Europa entro il 2020.
4 Marzo 2014 , Bruxelles