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Distribuzione ed estensione degli habitat bentonici - Coralligeno

Via ARPA Toscana - Si è tenuta presso la Regione Toscana, una riunione tecnica con la partecipazione, in videoconferenza, delle Regioni italiane appartenenti alla Sottoregione Mediterraneo Occidentale. ARPAT ha partecipato come supporto tecnico della Regione Toscana presentando l'attività di indagine condotta e programmata in Toscana per determinare la distribuzione, estensione del Coralligeno.

Distribuzione ed estensione degli habitat bentonici - Coralligeno

Corallium rubrum, foto Fabrizio Serena

Lo scorso 24 febbraio si è tenuta a Firenze, presso la Regione Toscana, una riunione tecnica con la partecipazione, in videoconferenza, delle Regioni italiane appartenenti alla Sottoregione Mediterraneo Occidentale, di cui la Regione Toscana è capofila designata dal MiATTM.
Questi incontri, come previsto dalla convenzione Ministero dell'Ambiente - Regioni, rappresentano importanti momenti di confronto tecnico tra le varie regioni impegnate nell'attuazione degli obiettivi definiti nella Direttiva europea sulla Marine Strategy (MSFD 2008/56CE) e nel D.Lgs 190/10 che l'ha recepita.

L'incontro è servito a fare il punto sul coralligeno, una delle matrici da indagare, perché è imminente l'avvio dell'attività sul campo, nell'ambito della quale, le regioni afferenti alla Sottoregione Mediterraneo Occidentale (Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna), dovranno studiare la distribuzione, estensione e qualità ambientale di questa tipologia di habitat bentonici.

L'attività di indagine prevede lo studio dei seguenti habitat bentonici:

  • coralli profondi (coralli bianchi) per la Toscana la zona è quella della scarpata tra 400 - 500 m, dove la regione Toscana ha individuato  un SIC a mare (Scarpata continentale dell'Arcipelago Toscano)
  • coralli di piattaforma intorno ai 50-150 m, piattaforma continentale, con lo studio dei fondi a maerl e dei fondi a coralligeno di parete o di falesia.

Come precisato nella presentazione illustrata da ARPAT, il coralligeno di parete, 0-100 m, è studiato da tempo dal Settore Mare dell'agenzia con utilizzo dell'indice ESCA con cui è possibile valutare la qualità dell'ambiente marino; con questa tipologia di indagine si va monitorare anche il corallo rosso nei vari siti di indagine (il Romito e le Secche della Meloria a Livorno, l'isola di Montecristo, Giglio, Pianosa, l'Argentario a Grosseto, ecc.)
Per questo tipo di indagine ARPAT utilizza strumentazioni sofisticate quali Side Scan Sonar, un piccolo “siluro” in grado di registrare immagini bidimensionali, la benna Van Veen e il Multi Bean.

Gran parte dell’informazione che possiede ARPAT sulla distribuzione delle varie forme di coralligeno in Toscana proviene dalle campagne scientifiche di valutazione delle risorse ittiche condotte negli anni per conto del MiPAAF e dell’U.E. nell’ambito del programma comunitario Data Collection Framework (DCF).
L' approccio seguito dalla Toscana, basato sulla conoscenza e informazione derivante dal monitoraggio delle specie ittiche in mare, ha favorito l'impostazione del lavoro anche in alcune altre regioni che, come la nostra, hanno istituiti coinvolti nel coordinamento per le risorse ittiche del DCF.

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