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DESCRITTORE 2 – Specie non indigene

1. INTRODUZIONE
Sulla base della valutazione iniziale, i dati ad oggi disponibili sulle specie non indigene nei mari italiani riguardano principalmente segnalazioni da letteratura scientifica dal 1900 ad oggi, raccolte in un database georeferenziato in corso di aggiornamento. I dati indicano un trend positivo delle introduzioni di specie aliene dal 1950 in poi, attribuite prevalentemente al traffico marittimo e all’acquacoltura. Vi sono poi alcuni dati di abbondanza parziali ed eterogenei disponibili per poche specie.
Sia i dati relativi alle segnalazioni che i dati di abbondanza non sono supportati da una metodologia standardizzata e adeguata per un loro utilizzo nella definizione del GES. Nella valutazione iniziale il GES viene infatti espresso sulla base del giudizio esperto: “ad oggi non sono state osservate condizioni ambientali negative dovute a evidenti impatti di specie non indigene in ambiente marino, la condizione attuale viene dunque considerata nel GES”.
La Strategia Marina suggerisce tre indicatori per definire il GES del descrittore 2: un indicatore di abbondanza (2.1.1) e due indicatori di impatto (2.2.1, 2.2.2). Non avendo al momento dati disponibili per popolare tali indicatori si propone di sviluppare gli indicatori entro il 2018 attraverso attività di monitoraggio ad hoc. Dei tre indicatori si propone di rendere operativi soltanto il 2.1.1 e il 2.2.2, in quanto il 2.2.1 è ritenuto poco funzionale in quanto richiede uno sforzo di campionamento estremamente elevato rispetto all’indicazione di impatto che potrebbe fornire, non sono infatti conosciuti in alcuna delle tre sotto regioni mediterranee impatti che possono rientrare in questa tipologia.
L’approccio metodologico si basa sui seguenti criteri: la situazione attuale è nel GES, e potrà essere quantificata e quindi monitorata attraverso lo sviluppo degli indicatori 2.1.1 e 2.2.2. Al fine di mantenere la condizione ambientale nel GES si rende necessario stabilizzare e/o ridurre per quanto possibile le nuove introduzioni e la dispersione delle specie non indigene attraverso programmi di misure gestionali e di controllo dei principali vettori di introduzione quali traffici marittimi e acquacoltura. Si ritiene utile concentrare gli sforzi di monitoraggio e analisi per gli indicatori di GES sulle NIS la cui introduzione è dovuta ad attività umane potenzialmente controllabili, escludendo dunque le specie lessepsiane e le specie la cui introduzione è favorita da cambiamenti climatici. L’aumento delle NIS associato a migrazioni favorite da eventi climatici non potrà dunque influire sul GES, tuttavia, si dovrà tenere conto dei cambiamenti climatici in funzione dei loro effetti sulle caratteristiche biologiche e ambientali associate alla invasività delle specie una volta introdotte. Nel caso dei traffici marittimi è in corso il processo di ratifica da parte dell’Italia della Convenzione internazionale per il controllo e la gestione delle acque di zavorra e dei depositi delle navi (IMO, 2004), mentre per quanto riguarda l’acquacoltura il Reg CE 708/2007 è stato recepito ed è attivo il sistema di autorizzazione per le nuove introduzioni di specie oggetto di allevamento; tuttavia, le introduzioni e la dispersione di specie aliene associate, frequenti ad esempio nel caso della molluschicoltura, rimane ad oggi una via di introduzione scarsamente controllata.
Il Target proposto è la realizzazione di un sistema di early warning che fornisca in tempi rapidi l’informazione delle specie introdotte e il vettore di introduzione e dispersione affinché le autorità competenti possano intraprendere azioni mirate, in linea con quanto riportato dal gruppo di lavoro della Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA Technical report No 5/2010: Towards an early warning and information system for invasive alien species (IAS) threatening biodiversity in Europe). Continua...

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